9 janvier 2019

  • Deux niveaux de foi

    “Seigneur,si Tu avais été là, mon frère ne serait pas mort. Mais, même maintenant…” Jn 11.21

    Quel est le mot le plus important dans cette affirmation de foi de Marthe ? C’est le mot, mais ! Car il forme la charnière entre deux niveaux de foi ! Quand Marthe déclare à Jésus: “si Tu avais été là, mon frère ne serait pas mort”, Lazare est mort depuis quatre jours ! Elle aurait dû s’arrêter là : l’inévitable était arrivé, son frère était mort et enseveli, tout espoir de guérison miraculeuse envolé. Avec Dieu pourtant, même un rêve enterré peut être ressuscité ! Quatre jours ou quarante ans ne font pas beaucoup de différence au calendrier divin. Même si vous devez attendre 20, 30 ou 40 ans pour voir votre rêve se réaliser, il n’est jamais trop tard pour Dieu. Ne mettez pas un point final à vos prières. Marthe avait assez de foi pour croire que Jésus était capable de guérir Lazare. C’était une foi “préventive”, celle dont nous faisons preuve lorsque nous prions que Dieu nous protège ainsi que nos enfants. Nous pensons que Dieu est puissant et désireux d’agir pour nous éviter de graves dangers. Mais Marthe a ajouté : “Mais même maintenant, je sais que tout ce que Tu demanderas à Dieu, Dieu Te le donnera” (v. 22).C’est une foi de renaissance, une foi qui croit que Dieu peut inverser l’irréversible, une foi qui refuse de s’avouer vaincue même quand tout semble perdu ! Est-il facile de passer du premier niveau de foi de Marthe au second ? Certainement pas ! Il est plus facile de croire que Dieu répondra à nos requêtes quand la guérison est encore possible, que d’imaginer qu’Il renversera l’ordre des choses, si nous faisons preuve de persistance. Les épreuves et les crises ont l’art de nous enseigner à aller jusqu’au bout de nos prières !


    Bible en 1 an : Gn 31-33
    Bible en 2 ans : Lv 5 & Ps 68

    Ajouter comme favoris (0)
    ClosePlease loginn

    No account yet? Register


  • L’invidia

    Gli uomini più miserabili sono quelli rosi dall’invidia! Questa gli sgranocchia l’anima e gli
deruba ogni sentimento di gioia. Non riescono a pensare a null’altro oltre a quello che si
vogliono accaparrare e di cui il vicino gode già, e la loro ricerca sfocia ineluttabilmente
nell’amarezza e nelle divisioni. Ti senti davvero estraneo a questo tipo di sentimenti? Rispondi a queste domande:
    Ti è difficile congratularti sinceramente con gli altri per il loro successo?
    Sei costantemente sulla difensiva?
    Quando in una conversazione viene fatto il nome di qualcuno, in merito ad un incidente
poco gradevole, ne sei felice? Sii onesto con te stesso! Se qualcuno, in una
conversazione, fa un complimento a qualcuno, ti senti obbligato ad aggiungere: “sì, ha
fatto molto bene, ma …” indicando le debolezze e gli errori passati di quella persona?
    Sei molto sospettoso su chi ha avuto più successo di te?
    Ti paragoni senza tregua con gli altri?
    Ti preoccupi di ciò che gli altri acquistano, vestono, o delle relazioni che hanno?
    Dai fiducia a coloro che ami, o passi il tuo tempo a sorvegliarli?
    Salomone afferma che l’invidia è come una carie che ti rode le ossa fino al midollo.
Se ti scopri invidioso degli altri e desideri cambiare, prima di tutto butta giù la maschera e
ammetti di soffrire di questo problema. Poi pentiti davanti a Dio e chiedigli di aiutarti. In
seguito, prega per la persona che tu invidi, anche se questo all’inizio ti può sembrare strano.
    Impegnati nel farlo e poco a poco Dio cambierà il suo cuore e sostituirà il sentimento d’invidia
con quello di amore.
    Complimentati con gli altri per il loro successo.
    Non essere geloso della loro buona riuscita!
    Anche tu sei un essere unico agli occhi di Dio e non hai bisogno di invidiare il successo di un
altro, per ottenere la Sua attenzione.
    Sii felice di quello che sei e del ruolo che ti ha assegnato nel Suo regno!

    Ajouter comme favoris (0)
    ClosePlease loginn

    No account yet? Register