22 août 2019

  • Dieu s’adresse encore à nous ! (1)

    Avec musique
    Sans musique

    “Le Seigneur parlait à Moïse face à face, comme un homme parle à son ami.” Ex 33.11

    Dieu s’entretenait régulièrement avec Adam dans le jardin d’Eden. Il interpella Moïse directement quand celui-ci s’approcha du buisson enflammé. Abraham et sa femme entendirent Dieu leur promettre qu’ils auraient un fils malgré leur grand âge. Sur le chemin de Damas, Paul entendit distinctement la voix de Jésus. Est-il encore possible d’entendre la voix de Dieu, comme “un homme qui parle à son ami” ? Certains le croient, d’autres sont sceptiques. Dieu étant tout puissant, Il peut sans aucun doute s’adresser à nous de manière audible et “humaine’. Mais, comme nous sommes des êtres humains différents les uns des autres, pourquoi Dieu devrait-Il s’adresser à nous de la même manière ? Entendre la “voix” de Dieu ne signifie pas la même chose pour tous. Même les circonstances diffèrent. Quelqu’un qui traverse une période de crise est à l’affût d’une réponse immédiate et précise. Souvent les croyants dans une telle situation affirment : “J’ai demandé à Dieu de me guider, mais je n’ai reçu aucune réponse.” Le problème, c’est que nous manquons de patience, nous attendons une réaction instantanée, comme si nous avions frotté une lampe magique et que le “génie” tardait à apparaître. En arriver à parler avec Dieu, comme deux amis qui conversent ensemble et discutent de problèmes à résoudre, requiert des années d’intimité. Moïse a-t-il entendu Dieu lui donner des conseils quand, alors jeune prince à la cour du Pharaon, il décida d’aller rendre visite à ses frères du peuple hébreu ? A-t-il rencontré Dieu dès son arrivée dans son pays d’exil ? Avant que les agneaux entendent les ordres du berger, ils doivent s’habituer à sa voix et apprendre à la reconnaître parmi les autres voix (Jn 10. 27-28). Apprenez donc d’abord à reconnaître Sa voix !

    B-1 an : Pr 8-9 & 1 Co 5

    B-2 ans : Za 12 & Mt 25

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  • Il principio dell’elastico!

    Tutti gli elastici funzionano in base allo stesso principio: devono essere tesi per diventare efficaci! Qualunque essere umano che abbia compiuto qualcosa che meriti di essere menzionato nei libri di storia, ha sicuramente conosciuto questa tensione fino al limite del possibile, senza la quale nessuna grande opera è realizzabile. Non esiste nessuna deroga. Immaginare che il successo della vita dipenda da qualche breve lampo di genio, da una qualche qualità rara e quasi sconosciuta che non possiedi ancora, s’inganna da solo! Sbarazzati una volta per tutte di un modo di pensare così: il successo viene solo quando tutto il tuo essere si trova testo all’estremo per affrontare la sfida che ti sta davanti: la sconfitta è voltare le spalle alla sfida! Ma non dimenticare che le tensioni ti rendono vulnerabile: un elastico teso e stirato si rivela fragile, è molto facile da rompere. È il motivo per cui hai paura di andare oltre ai limiti del tuo confort, di avventurarti su terreni sconosciuti, di provare a fare quello che non hai ancora mai fatto? Ma forse avrai già osato lanciarti nello sconosciuto e le critiche incessanti ti faranno indietreggiare? Le critiche sono inevitabili. Gesù ne ha raccolte in continuazione e ha detto: «Ricordatevi della parola che vi ho detto: « Il servo non è più grande del suo padrone ». Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.» (Giovanni 15:20)
    Jonas Salk, il medico che scoprì il vaccino contro la poliomielite fu criticato fortemente da parte dei suoi colleghi che non comprendevano il suo lavoro di ricerca. Scoprì che ogni critica segue sempre tre tappe, come nel suo caso specifico: prima ti vengono a dire che perdi tempo prezioso, che non funzionerà. Poi, quando i primi risultati si dimostrano incoraggianti, ti dicono che il tuo lavoro non è veramente importante. Infine, di fronte all’evidenza del successo, ti dichiarano: “Ma lo sapevamo che ce l’avresti fatta!” Piuttosto che farti domande sulle difficoltà presenti, considera piuttosto il campo delle possibilità e dì: “Perché no?” Mediante la potenza dello Spirito di Dio che abita in te, puoi fare la differenza. Soltanto, di’ a Dio che sei disponibile e pronto ad ubbidirGli, e lascia che Egli ti mostri cosa può fare nella tua situazione!

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