Quando ti lanci in una nuova avventura, o dopo una sconfitta, hai bisogno di molto
coraggio!
Come hai fatto ad imparare a camminare? Prima ti sei rizzato sulle tue gambette instabili, hai avuto un sorriso trionfante, che però non è durato molto perché sei caduto col naso per terra
prima di metterti a piangere, frustrato dalla sconfitta. Poi ti sei rialzato di nuovo fino al
momento in cui hai fatto tua l’arte di tenerti in piedi!
Qualcosa ti diceva che non eri fatto per startene sdraiato nella culla fino alla fine dei tuoi
giorni. Poi venne la tappa successiva, quella del camminare che, inizialmente, sembrava cosa
facile.
Ma prima bisogna imparare a traballare prima di camminare come si deve. Da bambino non
guardavi la figura che facevi. Guardavi solo quelle braccia spalancate e tese che ti aspettavano e
ascoltavi la voce piena di amore che ti incoraggiava: “su, dai, vieni che ce la puoi fare!” E da
allora cammini!
Ecco perché Dio dice a tutti gli uomini che si avventurano su un terreno sconosciuto: «Sii forte e coraggioso!»
Forse dovresti leggere “diventa forte e coraggioso” perché il coraggio è una qualità che si
acquista un poco alla volta.
Questo assomiglia un po’ alle scarpe degli adulti, per loro troppo grandi, che ai bambini
piace infilare. A mano a mano che crescono loro i piedi le riempiono e si sentono più a loro agio
per camminare.
Nessun programma informatico ti può dare coraggio! Il coraggio viene quando passi del
tempo vicino al Signore, guardando le Sue braccia tese e aperte e ascoltandoLo quando ti dice: “Vieni, ce la puoi fare, sono qui vicino!”
Il fu re Giorgio d’Inghilterra, una vigilia di Capodanno, lesse alla radio queste righe: “Ho detto all’uomo che stava in piedi vicino alla porta dell’anno nuovo: dammi luce
perché io possa avventurarmi senza paura nello sconosciuto. Mi ha risposto: avanza nell’oscurità e metti la tua mano in quella di Dio. Sarà molto meglio della luce e molto più sicuro dell’incedere su un cammino ben conosciuto!”