Se non vuoi che la gente si ricordi di qualcosa, non ne parlare. Se non vuoi sentirne parlare in futuro, non andare a spargere i semi nel loro spirito. Molti bisticci scomparirebbero e il livello di stress nella vita scenderebbe moltissimo, se solo avessimo la saggezza di sapere quando stare zitti. Per aiutarci a determinare quello che dobbiamo dire, in che momento è meglio parlare e a che, proviamo a lasciarci guidare da questi versetti delle Scritture: «Le parole del maldicente sono come ghiottonerie, e penetrano fino all’intimo delle viscere.» (Proverbi 18:8)
«La lingua che calma è un albero di vita, ma la lingua perversa strazia lo spirito.» (Proverbi 15:4)
«Chi sorveglia la sua bocca e la sua lingua preserva sé stesso dall’angoscia.» (Proverbi 21:23)
Sii prudente quando ammetti i tuoi errori. Forse lo fai sinceramente, ma quando sei ferito, vulnerabile e hai soprattutto bisogno di aiuto, rischi di svelare dei problemi il cui ricordo rimarrà più a lungo ancorato negli spiriti delle tue misere spiegazioni. Non puoi impedire agli altri di scoccarti addosso frecce avvelenate, ma almeno non gliene fornire tu!
Certo, ci sono momenti in cui confessare pubblicamente un errore è giusto e saggio. Gesù ha detto che, se qualcuno ha peccato contro di te, devi seguire tre tappe. Prima parlargli in privato. Se quest’iniziativa non dà risultati, chiedi a due o tre persone con discernimento di accompagnarti. Se anche questo non dà nessun risultato, rivolgiti agli anziani della chiesa (Matteo 18:15-17). Se hai peccato, chiedi semplicemente a Dio di perdonarti ed Egli lo farà. Poi concentrati sul tuo futuro e rimetti tutto il resto nelle Sue mani. Se ti può liberare, può anche difendere la tua causa. Se Egli sceglie di non fare né l’una né l’altra cosa, si servirà della prova per farti crescere in maturità.