Cicatrici

Nell’Odissea di Omero, quando Ulisse ritorna a casa sua, travestito da vecchio, la sua famiglia all’inizio non lo riconosce, neppure la balia che lo aveva allattato dopo la nascita. Poi, all’improvviso, questa nota una cicatrice di cui si ricorda l’origine, risalente alla sua tenera età. Quando Tommaso sentì gli altri discepoli dire che Gesù era vivo, affermò: “Se non metto il mio dito nel foro dei chiodi… non crederò!” le cicatrici di Gesù erano prove inconfutabili della Sua crocifissione e della Sua risurrezione. Quando Tommaso verificò personalmente queste cicatrici, esclamò immediatamente: «Mio Signore e mio Dio!» (v. 28) Nella Scrittura, è la prima volta che troviamo l’esempio di un discepolo che si rivolge a Gesù come Dio, e questo dopo aver visto le cicatrici nella Sua carne.
Tutti abbiamo delle cicatrici. Il dr. Wil Willimon ha detto: «Ho un amico che ha passato la vita… in un orfanotrofio! Quando era piccolino la madre ce lo aveva portato, lasciandolo sotto un grande albero e dicendogli che sarebbe tornata nel pomeriggio a riprenderlo, ma non ritornò mai. Oggi, è un uomo maturo. Un giorno ci eravamo dati appuntamento per pranzare assieme e sono arrivato un po’ in ritardo. L’ho trovato in una condizione di tensione nervosa incredibile: camminava su e giù sul marciapiede, sudando abbondantemente con evidente turbamento. Un po’ dopo mi confidò: “E’ più forte di me, quando uno dei miei amici arriva in ritardo vado fuori, perché mia mamma mi ha fatto aspettare a lungo e non è mai ritornata.”»
Era un adulto, ma la sua anima portava profonde cicatrici. Anche tu hai, senza ombra di dubbio, delle cicatrici; alcune visibili altre no, altre ancora che si evidenziano con l’età. E anche il Cristo risorto ha delle cicatrici che provano il Suo amore nei tuoi confronti. Se non Lo conosci ancora o se, come Tommaso, non sei sicuro di voler credere, Egli ti mostra le sue cicatrici «affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.» (Giovanni 20:31)

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