Non sei ancora arrivato a casa! Dove abiterai per sempre? Nella casa del Signore. E che dire della casa dove abiti attualmente? E solo una dimora temporanea perché «la nostra cittadinanza è nei cieli» (Filippesi 3:20). Ecco perché spesso ci sentiamo a disagio. Questo malessere spiega perché ci sentiamo persi dopo la morte di un congiunto, o da quando abbiamo scoperto di avere un nodulo canceroso al seno o in un polmone, o ancora dopo l’esplosione del proprio nucleo familiare. L’alea della vita esiste per ricordarci che questa terra non è la nostra vera patria. Non parliamo bene la sua lingua. La sua cultura ci spiazza e turba il cuore. Il suo ritmo trepidante ci impedisce di riposare. Ci promette mari e monti ma il più delle volte ci ritroviamo affamati. Dio ha voluto questo: il nostro vero indirizzo è inciso in fondo a noi stessi! Ascolta: «egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità» (Ecclesiaste 3:11)
Eppure, anche quando abbiamo gli occhi fissi sul paradiso, per alcuni il percorso quaggiù è lungo e difficile. Abbiamo perso i nostri sogni dell’infanzia, abbiamo ereditato un corpo che si adatta così male al nostro spirito, un congiunto che non condivide la nostra fede, siamo schiacciati dai debiti che ci portano via la maggior parte dello stipendio, dobbiamo affrontare prove che superano le nostre forze, e ci sentiamo disperati. È difficile scorgere la nostra patria celeste attraverso le nubi scure che si prospettano all’orizzonte. A volte desideriamo fare una pausa in un’area di servizio lungo la strada, o addirittura di abbandonarla definitivamente. Vorremo continuare, ma certi giorni lo sforzo da fare ci sembra davvero impossibile. Allora ricordati di questo: Dio non ci ha mai promesso che il percorso sarebbe stato gradevole e facile, ma ci ha detto che l’arrivo sarebbe stato meraviglioso. Fidati di Lui: ti accompagnerà fino alla fine. Presto le tribolazioni saranno dimenticate, quando scoppierai di gioia nello scoprire il festino che ha preparato!