Arriva un momento in cui devi gridare a Dio dal più profondo della tua angoscia; senza preoccuparti di avere « un’aria indegna », o di sentire alcuni che dicono di te: « non ha fede ».
Davide ha detto: «Nella mia angoscia invocai il SIGNORE, gridai al mio Dio.»
Ogni genitore conosce questo grido. È diverso; non è una crisi d’ira né un lamento che cerca di attirare l’attenzione. No, è un grido di dolore e, anche se è notte, ti alzi subito in piedi, e corri verso il lettino per cullare il piccolo, per cambiargli il pannolino, per allattarlo o confortarlo con parole dolci.
È proprio ciò che Dio fa per te oggi! Ascolta la testimonianza di Davide:
«Egli tese dall’alto la mano e mi prese, mi trasse fuori dalle grandi acque… Essi mi erano piombati addosso nel dì della mia calamità, ma il SIGNORE fu il mio sostegno. Egli mi trasse fuori al largo, mi liberò, perché mi gradisce.» (Salmi 18:16-18)
Davide ha scoperto così che Dio poteva essere «la sua ròcca, la sua fortezza, il suo liberatore» (Salmo 18:2).
Quando sei attaccato, una fortezza è il luogo in cui il nemico non può raggiungerti, in cui puoi alzarti al di sopra delle tue circostanze minacciose. Da lassù, vedi in lontananza e sai che la prova sta per terminare. Allora, caro figlio di Dio, alza gli occhi e grida al tuo Dio perché è pronto a risponderti!