Nella buona e nella cattiva sorte!

Un mattino, un’infermiera che si stava occupando dei tanti pazienti che affollavano il pronto soccorso di un ospedale, notò un signore anziano che si era presentato per togliere i punti di sutura di una ferita recente e sembrava molto nervoso. “Mi scusi, infermiera, ho molta fretta. Ho un appuntamento fra un’ora scarsa.” Egli guardava la fila dei pazienti davanti a lui diminuire molto lentamente e guardava ansiosamente l’orologio. Provando pietà per lui e sapendo che non sarebbe riuscito a togliere i punti in tempo, l’infermiera si prese la responsabilità di accompagnarlo verso una sala visite dove iniziò ad occuparsi di lui.
La ferita era in via di guarigione, infatti, non appena ottenne il nulla osta dal medico di servizio, iniziò a togliere i punti di sutura e rifare la medicazione. Allora gli chiese: “Si deve sbrigare per un’altra visita medica?” L’anziano rispose: “No, devo andare a far colazione con mia moglie che si trova in una casa di cura.” Quando l’infermiera s’informò sulle condizioni di salute della moglie, scoprì che aveva il morbo di Alzheimer. “Sarà veramente delusa se non arriva puntuale?” L’anziano rispose che erano ormai cinque anni che non lo riconosceva! Stupita l’infermiera chiese: “E va sempre a trovarla, ogni mattina, anche se lei non la riconosce più?” L’anziano signore sorrise, batté gentilmente sulla mano dell’infermiera prima di rispondere: “Certo, non manco mai all’appuntamento! Vede, lei sicuramente non sa più chi sono, ma io so sempre chi è lei!” Amare “nella buona e nella cattiva sorte” significa onorare il proprio impegno l’uno nei confronti dell’altra attraverso ciascuna stazione della vita, qualunque siano le circostanze. Perché così è l’amore di Cristo per noi: «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.» E’ il motivo per cui Egli affermò: «Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri.» (Giovanni 13:34)

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