La grazia divina non concede a nessuno il diritto di vivere come gli pare meglio. Da un altro
lato lo spirito critico di molti credenti che pretendono di imporre agli altri le loro regole morali, è stato l’origine di molte sofferenze.
Un predicatore molto conosciuto ha scritto: “Il desiderio di legalismo rischia di spandersi
in noi come un veleno paralizzante… di accecarci, di smussare i nostri sensi e di far nascere
l’orgoglio nel nostro cuore… L’amore si cancella dietro una lunga lista di cose da fare o non
fare, dietro un codice rigidissimo che gli altri sono obbligati ad osservare. E, presto, l’amicizia
e le relazioni fraterne scompaiono, consumate dal nostro sguardo critico e il nostro giudizio
senza appello!”
Credi di essere sfuggito a questa tendenza?
Pensaci bene: qual è la tua prima reazione quando incontri un altro credente che non ha la
tua stessa opinione, che si comporta o si veste diversamente? Persino quando pensi di essere
abbastanza civilizzato per mascherare i tuoi veri sentimenti, questi risorgono nello sguardo duro
che lanci loro e nel tuo atteggiamento da “santo”!
Gesù ha detto: «Non giudicate, e non sarete giudicati» (Luca 6:37).
Quando butti il fango in faccia a qualcuno, non solo ti sporchi le mani anche tu, ma stai
sprecando… dell’ottima argilla!
Non dimenticare: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra.» (Giovanni 8:7) Soffiare
sulla candela di un altro non darà più brillantezza alla tua. Paolo ha scritto: «Se la giustizia si
ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente.»
Forse tu dirai: “Ma se qualcuno abbandona la retta via e pecca deliberatamente, che cosa
devo fare?” Paolo ha già risposto: «Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato.» (Galati 6:1)
Quando giudichi gli altri, metti in discussione la grazia divina nei loro confronti, grazia di
cui tu stesso potresti aver bisogno molto presto!