Finché non avrai imparato a superare la tua paura di sbagliare, non inizierai nulla d’importante perché farlo ti obbligherebbe a correre dei rischi. L’importante è ricordare che in caso di sconfitta ti devi rialzare subito e non lasciar cadere le braccia. La Storia c’insegna che le sconfitte a volte possono diventare un trampolino che porta al successo. A scuola, il futuro Napoleone era quarantaduesimo su quarantatre, ma non gli impedì in seguito di formarsi un esercito che lo portò alla conquista del mondo. George Washington perse i due terzi delle battaglie che intraprese eppure, contro ogni aspettativa uscì vincitore dalla Guerra d’Indipendenza e il corso della storia degli Stati Uniti fu modificato. Si consigliò ad Albert Einstein, che sembrava avere difficoltà nell’apprendere, di abbandonare gli studi della fisica per dedicarsi a un argomento più semplice. Eppure oggi è considerato il padre della fisica nucleare!
Quando pensiamo a questi uomini, dimentichiamo le loro sconfitte, ma ci ricordiamo di come hanno contribuito alla nostra storia.
Quanto a te, diventerai un perdente solo quando ti riterrai incapace di sopravvivere a una disfatta. Perché sbagliare è questione di opinione. Una sconfitta non è un evento insormontabile. Se tu pensi di poter riuscire, ti rialzerai e in seguito conoscerai il successo.
Il giusto potrà cadere sette volte, si rialzerà sempre.
Nel suo discorso inaugurale alla nazione, il presidente eletto Franklin Roosevelt dichiarò: “L’unico timore che dobbiamo provare è proprio … di avere paura!” La sconfitta non è una tragedia: possiamo rialzarci e riprovare di nuovo. Ma la paura di sbagliare è tragica, perché ci impedisce di riprovare ancora! Dopo aver esaminato tutti gli ostacoli possibili alla propria missione (prove, persecuzioni, disgrazie, carestie, guerre, pericoli, povertà …) Paolo scrive: «Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.» (Romani 8:37)
Conclusione: non temere la sconfitta!