Il salmista ha scritto: «Prima di essere afflitto, andavo errando, ma ora osservo la tua parola.» (Salmo 119:67)
In altre parole, aveva imparato ad osservare i comandamenti divini dopo essersi spesso sbagliato. In verità, quando sbagli in un campo particolare, questo ti può incoraggiare ad esplorarne altri. Spesso i nostri successi nella vita sono la conseguenza di tentativi e di errori ripetuti. Riusciremo dopo molte incertezze. Non raggiungere lo scopo che ci siamo prefissati non costituisce una sconfitta. La sconfitta è non fare lo sforzo per raggiungerlo. Ma non dimenticare che sbagliare ti può aiutare a scoprire la vera via verso il successo. Se, per esempio, detesti il tuo lavoro, è verosimile che tu non riesca in questo campo. Eppure, se perdi questo impiego, forse ti sentirai obbligato di provare a fare quello che ti attrae di più, ciò che ti senti più portato a compiere.
Un altro vantaggio della sconfitta è che ci rende meno critici verso gli altri. Ci sentiamo sempre più portati a simpatizzare con loro quando abbiamo sperimentato una cocente disfatta. Piuttosto di puntare un dito accusatore, sentiamo il bisogno di tendere loro la mano. Piuttosto di rivolgere loro un “Non riesco proprio a capire come hai potuto fare questo!”, ci ricordiamo del buco da cui ci ha tirato fuori Dio e diciamo loro, con umiltà e gratitudine: “Ci sono passato anch’io … ho fatto gli stessi errori!”
Perché ora sappiamo come può essere crudele e umiliante la loro sofferenza, l’abbiamo conosciuta anche noi. Così impariamo ad essere amici migliori, un sostegno migliore, un migliore esempio della grazia divina nei confronti degli altri. Gesù ha detto a Pietro: «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli.» (Luca 22:31-32)