Tre brevi domande

Siediti, prendi un caffè o una tazza di the, poi rispondi onestamente alle tre domande che seguono.
Sei soddisfatto della piega che ha preso la tua vita? Se non lo sei, accetta le tue responsabilità, smettila di criticare gli altri per le tue difficoltà o le tue sconfitte, e di inventarti delle scuse. Se non sei diventato la persona che Dio aveva previsto che tu diventassi, devi prendertela solo con te!
Hai paura del successo? Hai paura del prezzo da pagare o dell’impegno necessario per raggiungere il tuo scopo? La posizione di leader, di capo, è sinonimo di solitudine! Forse preferisci camminare con la massa, forse la vita ti ha messo sulle ginocchia e hai paura di rialzarti? Quando chiesero a Thomas Edison il motivo del suo successo, rispose: “Inizio là dove gli altri abbandonano.” Quando chiesero al boxer Jim Corbett che cosa aveva fatto per guadagnarsi il titolo di campione del mondo dei pesi massimi, rispose: “Semplicemente un round in più!” Paolo ha scritto «atterrati ma non uccisi» (2 Corinzi 4:9).
Pensi che sia impossibile conoscere la vittoria materiale pur camminando in armonia spirituale con Dio? Forse un insegnamento teologico discutibile ha messo nel tuo spirito, l’idea di un piano di uguaglianza umana e povertà, facendoti credere che l’umiltà è incompatibile col successo. Errore grossolano! «…e finché cercò il SIGNORE, Dio lo fece prosperare.» Questo ti dà forse il diritto di pavoneggiarti o di guardare gli altri con condiscendenza? No, certamente! Ma quelli che conoscono il successo tendono ad avere un’influenza sugli altri. Considera la vita dei personaggi biblici come Giuseppe e Daniele: hanno influenzato nazioni intere per portarle a Dio! Possediamo un messaggio di speranza che gli altri hanno bisogno di sentire, ma è necessario che ci troviamo in una condizione che ci consenta di annunciarglielo! Se la mediocrità ti è bastata fino ad oggi, è ora di chiedere a Dio di accrescere la tua fede e di acuire la tua visione, prima di lanciarti alla conquista di alte vette!

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